Hai un negozio di Fiori? Scopri come vendere di più!

Cura della Kalanchoe
Come prendersi cura della Kalanchoe
Quando pensiamo alle piante grasse, ci vengono subito in mente i cactus. Ma le piante grasse non si limitano alle spinose piantine verdi che di solito regaliamo ai pollici neri!
Oggi parleremo di come prendersi cura della Kalanchoe (o Calancola in italiano), che è una pianta grassa a tutti gli effetti, ma per nulla spinosa e anche fiorita. Molto decorativa e di facile mantenimento, la Kalanchoe si regala per augurare fortuna e prosperità a chi ha appena comprato casa.
La Kalanchoe, inoltre, è un regalo floreale non impegnativo ma allo stesso tempo colorato e di bella figura. Inoltre, essendo una pianta di piccole dimensioni, può anche fungere da decorazione su una tavola imbandita.
La Kalanchoe è una pianta grassa della famiglia delle Crassulacee ed è diffusa sia nell’Africa centro-meridionale (soprattutto in Madagascar), sia in Asia. Sembra che il suo nome sia un adattamento dal cantonese, e che significhi “pianta del tempio”.
Diffusa in tantissime specie, la Kalanchoe più venduta in Italia è la Khalancoe Blossfeldiana, detta anche Calandiva.
Le foglie sono piccole, dai contorni crestati, carnose, in quanto sono proprio loro il “serbatoio idrico” della pianta; i fiori sono piccoli, con molti petali, e il loro colore può variare dal bianco al rosso, passando per tutti i colori intermedi: giallo, rosa, arancio. Si raccolgono in piccoli gruppi terminali.

Buone notizie: la Kalanchoe ama la luce solare diretta! Solo in estate sarebbe meglio evitare l’esposizione durante le ore più calde della giornata, però si tratta comunque di una pianta che ama le temperature elevate e persino l’umido!
E a proposito di caldo: se la tieni all’aperto, ricordati di farla rientrare in casa con l’arrivo dei primi freddi! La Kalanchoe infatti non sopporta le temperature sotto i 10°, e sarebbe meglio tenerla dentro già con 15°.
Essendo una pianta grassa, la Kalanchoe non necessita di annaffiature frequenti, specialmente nei mesi freddi, dove può arrivare anche a tre settimane senza essere mai annaffiata, e nemmeno troppo abbondanti: basta che il terreno risulti umido.
Nei mesi estivi, di norma, l’annaffiatura della Kalanchoe dovrebbe avvenire una volta alla settimana.
La regola d’oro? Annaffia la tua Kalanchoe solo quando il terreno è perfettamente asciutto.

Per concimare la Kalanchoe in maniera ottimale, dovresti farlo due volte al mese, durante i mesi centrali dell’anno. Essendo una pianta che produce fiori, il fertilizzante da usare deve essere innanzitutto ricco in potassio e contenere anche una buona dose di zinco, la cui carenza danneggerebbe la pianta.
Il terreno ideale per la Kalanchoe, come per tutte le piante grasse, è un terreno ben drenato. È sufficiente quindi usare del comune terriccio universale mescolato con dell’argilla espansa o della sabbia a grana grossa.
Il rinvaso della Kalanchoe andrebbe fatto ogni anno nei mesi in cui la pianta non fiorisce. Sarebbe preferibile utilizzare un vaso di terracotta, dato che questa è un materiale traspirante e quindi permette il mantenimento delle condizioni ideali del terreno per la tua Kalanchoe.

Attenzione! Questa è un’operazione che andrebbe fatta da mani esperte, ma non è obbligatoria: anche se non lo fai, la tua Kalanchoe sarà bellissima ugualmente!
Andiamo con ordine. Innanzitutto la Kalanchoe non deve essere in fioritura.
Da uno degli steli si recide una talea lunga circa 10cm, che poi verrà lasciata asciugare all’aria per un paio di giorni. La talea è una parte di una pianta che viene utilizzata per generare un’altra pianta uguale a quella da cui proviene la talea stessa. Di solito, la talea presenta anche delle gemme. Una volta recisa, la talea viene interrata oppure messa in acqua.
Nel nostro caso, la talea di Kalanchoe andrà interrata in un vaso, preferibilmente di terracotta, precedentemente riempito con del terriccio universale misto a sabbia a grana grossa o ad argilla espansa.
Il vaso andrebbe successivamente posto in un’area con temperatura costante di circa 20° e lontano dalla luce eccessiva. L’umidità del terreno andrebbe mantenuta costante, e sempre non in eccesso.
Se la talea di Kalanchoe ha attecchito correttamente, dopo qualche tempo dovresti vedere nuovi germogli.
Uno dei più comuni parassiti della Kalanchoe è l’onnipresente cocciniglia, che crea delle piccole macchie dall’aspetto biancastro accompagnate da filamenti: se hai a disposizione una lente d’ingrandimento, ti accorgerai che la macchiolina è in realtà una colonia di insetti.
Si possono levare utilizzando con un batuffolo imbevuto di alcool denaturato. Se l’infestazione è importante, potresti usare dei prodotti specifici, ma fallo sempre con cautela.
Altri temibili parassiti della Kalanchoe sono gli afidi, detti anche le “mucche delle formiche”. Infatti le formiche sono ghiotte della melata, la sostanza che gli afidi producono dopo aver succhiato la linfa delle piante. Le Kalanchoe tenute all’aria aperta sono particolarmente soggette a questo tipo di infestazioni.
Per combattere gli afidi possiamo suggerirti tre metodi:
- Come suggerito sopra per la Cocciniglia, puoi toglierli utilizzando con un batuffolo imbevuto di alcool denaturato.
- Puoi preparare un decotto d’aglio e nebulizzarlo sulla pianta tramite uno spruzzino. Per preparare il decotto fai così: fai bollire per 10 minuti circa 50gr di aglio per litro d’acqua. Lascialo poi raffreddare prima di nebulizzarlo sulla Kalanchoe.
- puoi usare dei prodotti a base di piretro, sempre con cautela, anche se il piretro è un elemento di origine naturale.

Andiamo avanti con le infestazioni fungine della Kalanchoe, che causano di solito marciumi della pianta (aree marroncine e grigie sulle foglie): come norma generale, qualsiasi foglia secca o marcia andrebbe recisa immediatamente, anche se si tratta di una normale foglia secca. Dopodiché, è sufficiente verificare di non aver innaffiato troppo la Kalanchoe e collocarla in un ambiente meno umido e più areato.
Nel caso di infestazioni importanti o persistenti, è senz’altro consigliabile utilizzare dei trattamenti fungicidi, ad esempio per la cosiddetta “ruggine” (che crea “protuberanze” giallastre sulla Kalanchoe) o per la Phytophthora, che aggredisce il colletto della pianta causando la marcescenza delle foglie.

- Se le foglie della Kalanchoe sono molli, allora hai esagerato con le annaffiature: è sufficiente aspettare che il terreno si asciughi perfettamente prima di bagnarlo di nuovo.
- Se la Kalanchoe è poco compatta, allora forse abbiamo ecceduto con il fertilizzante.
- Infine, se le foglie della Kalanchoe sono decolorate, allora la pianta è stata sottoposta a troppa luce; se sono poco carnose, significa che la pianta, al contrario, è stata troppo poco esposta alla luce.
Come faccio a far rifiorire una Kalanchoe?
Come tutte le piante che acquistiamo in negozio, la Kalanchoe ci viene presentata in piena fioritura, ma ovviamente si tratta di una fioritura forzata.

Ebbene la Kalanchoe è una pianta definita “brevidiurna”, cioè che fiorisce quando… è sottoposta a meno ore di luce! Non te lo saresti aspettato, vero? Diamo spesso per scontato che una pianta che ama il caldo fiorisce quando ha più ore di luce, e invece non è (sempre) così! Non è infrequente, quindi vedere la Kalanchoe fiorire in inverno.
Quindi, se vuoi vedere la tua Kalanchoe fiorire, devi limitarne le ore di luce, ma non troppo, altrimenti la pianta ne soffrirebbe.
I fiori della Kalanchoe, una volta completamente appassiti, andrebbero recisi all’altezza dello stelo con delle cesoie disinfettate.
E tu, hai provato i nostri consigli?
Hai altri suggerimenti o un asso nella manica e vuoi condividere con noi tuoi trucchi per curare la Kalanchoe? Scrivicelo nei commenti, amiamo condividere l’amore per curare le piante!